Con Architettura Fragile, l’artista affronta una delle sfide più complesse: trasformare una villa reale, ricostruita da planimetrie e fotografie, in una scultura che non sia un semplice plastico, ma una visione poetica.
L’opera nasce dall’incontro tra precisione tecnica e immaginazione deformante, dove il mondo ordinato dell’architettura viene attraversato da suggestioni fumettistiche, ombre burtoniane e un senso di decadenza volutamente ricercata.
Realizzare forme planari e volumi geometrici in legno significa sfidare la materia: ogni piano e ogni prospetto convivono su un equilibrio sottile, quasi precario, che restituisce alla scultura un’aura di instabilità e vulnerabilità.
È un edificio che sembra esistere sul punto di crollare, e proprio in quella precarietà trova la sua anima.
La pittura, infine, ha completato la metamorfosi: ha dato vita e profondità a una struttura che altrimenti sarebbe rimasta fredda, sterile, incompleta.
Grazie al colore, Architettura Fragile diventa una casa che respira malinconia, sospesa tra realtà e sogno.
